La teoria del Grande Nastro Trasportatore Oceanico è stata demolita. (3)
Gli oceani ricoprono il 71% della superficie della Terra, ma contengono una quantità smisurata di acqua, ossia circa il 96.5% di tutta l’acqua del pianeta: un enorme serbatoio di calore.
Gli oceani non si sono mai congelati neanche miliardi di anni fa, quando il Sole irradiava la Terra il 30 per cento di meno di oggi, grazie al loro meccanismo di circolazione delle correnti.
Ma questo non è una novità.
La novità è che il famoso Grande Nastro Trasportatore Oceanico (Great Ocean Conveyor Belt), conosciuto anche con molti nomi, come corrente meridionale di ribaltamento delle correnti (MOC – meridional overturning current) o come Circolazione Termoalina (CPT),.oggetto di innumerevoli documentari televisivi e lezioni di scienza a scuola ed all’università, non è proprio così semplice come credevano gli scienziati e, così com’è, è stato definitivamente archiviato.
Dopo 50 anni il vecchio modello di circolazione oceanica globale che prevede una profonda corrente atlantica che scorre al di sotto della Corrente del Golfo è stata messa in discussione da un’armata di sensori abbandonati appositamente nell’Oceano per essere trasportarti dalla corrente al di sotto della superficie del mare su boe di profondità, lasciando una traccia elettronica del loro percorso..
Per quanto scioccante sia la notizia per gli oceanografi è stato ancora peggio per i climatologi che hanno costruito diversi modelli climatici di circolazione. Per loro significa che tutti gli attuali modelli di previsione del clima sono completamente sbagliati, a cominciare da quelli utilizzati dall’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change).
Figura 1 – Percorso del nastro trasportatore
Nella configurazione più conosciuta il cosiddetto “Grande Nastro Trasportatore Oceanico” è un colossale fiume subacqueo grande 20 volte più di tutti i fiumi terrestri messi assieme: si forma al caldo al centro del Pacifico, poi prosegue superficialmente aggirando l’Australia a nord e l’Africa a sud, risale l’Atlantico e infine si inabissa all’altezza della Groenlandia, ormai freddo e molto salato, pronto a ritornare al Pacifico, ma passando questa volta a sud dell’Australia. L’intero percorso richiede, si è calcolato, 500 anni.
Secondo i modelli più conosciuti, si pensava che fosse vulnerabile solo alle variazioni della produzione di acque dolci alle alte latitudini, con iniezione significativa di acqua non salina derivante dallo scioglimento dei ghiacci, decisamente in grado di perturbare il buon funzionamento del sistema. Mentre invece in condizioni normali il nastro trasportatore è stato pensato per funzionare costantemente e coerentemente proprio come un nastro trasportatore, con trasporto di acque fredde dall’equatore in profondità e acque calde verso i poli in superficie. Per questo si parla tecnicamente anche di circolazione meridionale di ribaltamento.
Il calcio finale gli è stato dato da M. Susan Lozier della Duke University che ha pubblicato su Science il 18 giugno 2010 un approfondito lavoro scientifico, i cui risultati erano già stati parzialmente diffusi un anno prima su Nature, dal titolo emblematico di “Demolizione del Nastro Trasportatore” (Science 18 June 2010: Vol. 328. no. 5985, pp. 1507 – 1511).
Con una serie di studi condotti negli ultimi anni ha messo in discussione il paradigma del nastro trasportatore, rivelando il ruolo vitale delle correnti parassite dell’oceano e delle correnti atmosferiche nello stabilire la struttura e la variabilità delle scambio tra le acque calde e quelle fredde all’interno degli oceani.
Susan M. Lozier è professore di Fisica dell’Oceanografia e presidente della Divisione di Scienze della Terra e degli Oceani della Duke University, università privata con più di 12.000 studenti fondata nel 1838, situata a Durham nella Carolina del Nord (USA).
Cinquant’anni fa, Henry Melsom Stommel (1920-1992) teorizzò che l’acqua raffreddata dalle alte latitudini dovesse essere trasportata in profondità lungo l’equatore occidentale e venisse intensificata dalle correnti di contorno.
Fig. 2 – Henry Melsom Stommel
Egli suppose che le masse d’acqua formatesi attraverso un meccanismo di convezione profonda in regioni isolate del Nord Atlantico e vicino all’Antartide essenzialmente finissero col colmare l’oceano più profondo. Stommel ipotizzò che, durante il trasporto nell’oceano profondo di queste acque, queste successivamente subissero una risalita ben distribuita in superficie. Poiché tale risalita produce un allungamento della colonna d’acqua che induceva una perdita del momento angolare, le profonde acque interne dovevano per forza compensare la perdita di flusso verso i poli dirigendosi verso le regioni di maggiore momento angolare.
Per questo motivo, all’equatore il trasporto delle masse d’acqua profonde è stata limitata ai confini occidentali dei bacini.
La teoria del ribaltamento dell’oceano di Stommel ha dato una struttura agli oceani, in precedenza considerati amorfi nelle tre dimensioni: le acque profonde sono trasportate verso l’equatore con una costante, continua intensificazione da parte di profonde correnti occidentali di confine provenienti dai loro siti di formazione posti a latitudini elevate.
Fig. 3 Overturning (rovesciamento o capovolgimento) delle correnti dell’oceano
Il secondo importante oceanografo che ha avvallato questa tesi fu il famoso Wallace “Wally” S. Broecker, professore emerito al Dipartimento della Terra e Scienze Ambientali presso la Columbia University (New York), una delle università più prestigiose e famose della Terra.
Probabilmente uno dei più grandi geologi del mondo ancora vivente che, da oltre mezzo secolo, ha indagato sul ruolo degli oceani nei cambiamenti climatici. Egli fu tra i pionieri nell’utilizzo della datazione al radiocarbonio e nell’uso di isotopi per monitorare i cambiamenti climatici storici, e l’influenza del cambiamento climatico sulla ghiacci polari e nei sedimenti oceanici.
E ‘stato proprio Broecker a coniare il termine di “Grande Nastro Trasportatore dell’Oceano”.
Ma il lavoro della Lozier ha scosso la comunità del clima.
Nel suo lavoro un gran numero di boe sottomarine (RAFOS – SOund Fixing And Ranging), sono state disperse a 700 – 1500 metri di profondità ed hanno dimostrato che alcuni presupposti fondamentali sulla struttura della corrente sono sbagliati. Le RAFOS galleggianti sono strumenti mobili progettati per muoversi con l’acqua e tenere nota dei movimenti della corrente oceanica. Sembra che il 75% delle RAFOS siano sfuggite al Grande Nastro Trasportatore Oceanico e siano finite alla deriva in mare aperto. Solo l’8% delle boe RAFOS hanno seguito la corrente del nastro trasportatore come già pubblicato su Nature.
Fig.5 – Una boa RAFOS fatta discendere nell’Oceano
Le boe RAFOS sono state ideate per misurare la temperature, la salinità e la pressione nelle alte profondità fino a 3.000 metri sotto la superficie degli oceani.
Fig.6 – Struttura di una boa RAFOS
Secondo la Lozier, la teoria di Broecker sul capovolgimento (o rovesciamento) delle correnti dell’Oceano, così come è strutturata, va considerata solamente come principale agente responsabile per le fluttuazioni rapide del clima, come sperimentato durante l’ultimo periodo glaciale della Terra.
“Nonostante l’importanza della teoria del ribaltamento delle correnti dell’Oceano per il clima della Terra, …il lavoro di Broecker è da considerare essenzialmente solo come un agente dei cambiamenti climatici”, afferma la Lozier nella sua revisione. “Così come il lavoro di Stommel diede la struttura spaziale al capovolgimento delle correnti, Broecker ha fornito un contesto temporale”.
In base alla sua revisione, gli oceanografi hanno capito che il modello di trasporto con il rovesciamento delle correnti del mare è una semplificazione eccessiva del sistema. Ma si credeva fosse una semplificazione utile, in grado di fornire un modello globale di trasporto dell’oceano dell’energia termica. Ma ora pare che alcune caratteristiche principali del nastro trasportatore siano state messe in discussione.
Ecco una lista delle recenti scoperte che hanno scosso dalle fondamenta della teoria del nastro trasportatore.
· La maggior parte dello scambio subpolare-subtropicale nel Nord Atlantico si verifica lungo sentieri interni all’Atlantico stesso.
· La corrente occidentale profonda di confine (DWBC – Deep Western Boundary Current) si scompone in vortici intorno agli 11° di latitudine Sud.
· Vi è poca coerenza nel trasporto attraverso l’emisfero meridionale passando tra un rovesciamento a spirale al successivo.
· La forza del vento, piuttosto che favorire la spinta alla risalita delle acque, può svolgere un ruolo determinante nel modificare il fenomeno del rovesciamento delle correnti.
· Il trasporto verso sud delle acque profonde alla latitudine di 8° Sud, al largo della costa brasiliana, ha dimostrato di essere dovuto interamente a vortici aderenti alla corrente.
· Le boe di profondità lanciate nella DWBC (Deep Western Boundary Current) alla latitudine di 53° Nord, non seguono una corrente costante, ma prendono percorsi multipli verso i subtropici, compresi percorsi interni posti lontano dalla DWBC.
· Due ulteriori recenti studi hanno dimostrato percorsi del tutto inaspettati nella porzione nord degli oceani.
· Uno studio recente indica che il trasporto della corrente meridionale di ribaltamento (MOC – Meridional Overturning Circulacion) nel Nord Atlantico subtropicale, è suscettibile di variabilità con perdita di acqua tiepida e salata nel Sud Atlantico.
· Vari studi dimostrano poca o nessuna coerenza nella circolazione ai confini della corrente principale del grande nastro trasportatore ed hanno spinto a controllare la circolazione di ribaltamento della corrente nel Sud Atlantico e nel Nord Atlantico subpolare.
· La connessione tra il fenomeno del rovesciamento delle correnti e, soprattutto, il trasporto del calore proveniente dall’emisfero meridionale tra un bacino all’altro non può più essere assunta su scala una temporale interannuale (n.d.r. ossia può cambiare tutto molto rapidamente).
Nel prossimo articolo approfondiremo i materiali e i metodi di rilevazione, i risultati e le conclusioni del lavoro della Lozier.
Pablito
OT, correlato però agli oceani http://www.agi.it/estero/notizie/201007190837-ipp-rt10007-marea_nera_nuova_fuga_di_petrolio
Niente da fare, non la controllano.
poveri noi….Che disastro
Grazie per l’articolo Sand, aspetto l’ultima parte con molta curiosità.
Due domande però mi sorgono spontanee:
1) quali sono, secondo te, le conseguenze sui modelli, climatici e magari anche meteorologici, di queste recenti scoperte? Intendo, oltre a dire che i modelli sono sbagliati perchè presupponevano l’esistenza di un nastro trasportatore, si può dire qualcosa di più?
2) C’è stata qualche reazione ufficiale (ad es. da pare dell’IPCC) alla pubblicazione dell’articolo che nega l’esistenza del nastro trasportatore?
Quindi… circolazione pseudo.caotica???
Ciao
Luca
magnifico articolo, ho sempre pensato che la circolazione oceanica fosse troppo semplice così come la spiegavano.
Io non escluderei che fosse più semplice un tempo la circolazione, ma che potesse variare molto rapidamente l’ho sempre sospettato. Siccome misure di questo tipo non sono mai state fatte prima, nessuno può dire che negli anni 60-90 tutto fosse esattamente così caotico, ricordo la regolarità delle perturbazioni atlantiche infatti, regolarità ormai sparita da qualche anno, una quindicina. Detto questo io suppongo ci sia una correlazione tra questa fase caotica oceanica e la fase atmosferica di transito a cui stiamo assistendo. Tutto ciò potrebbe portare a mio avviso estremamente personale a un raffreddamento delle fasce polari artica ed antartica senza influire sulla temperatura globale (almeno in un primo tempo) perché nel frattempo (prima di eventuali meccanismi di feedback)le fasce subtropicali potrebbero riscaldarsi.
Penso di aver illustrato un po’ il mio pensiero climatico per i prossimi anni.
potresti anche aver ragione….
Fase di transizione… Misura con poco senso (almeno, per tirar fuoi un modello stazionario 8) )
Ciao
Luca
Un unico appunto: l’articolo è di Pablito che rngrazio vivamente di passarci i suoi articoli che poi compaiono ovviamente anche nel suo sito.
Ah io pensavo che era Sand-rio che si firmava da brasiliano!
Per correttezza, il link del blog di Pablito è:
http://salviamoci2012.eu/forum/Default.asp
E nn mi ero accorto che nn era ancora stato inserit tra i preferiti di nia, cosa che ho appena fatto!
ancora grazie a Paolo per la collaborazione.
simon
Bellissimo articolo,complimenti davvero!
Io mi sono limitato ad indicare a Paolo (Pablito) la notizia del nuovo studio e a fare i due articoli precedenti che illustrano quanto finora era ritenuta una teoria certa.
NIA sta diventando una specie di network dove quelli, che concordano con la nostra ricerca dilettantistica, possono aiutare in uno spirito di collaborazione. Anche questa politica di condivisione, adottata da Simon, fa sí che NIA cresca e che sia un punto di riferimento.
Si sapeva che sarebbe finita cosi quel petrolio che usciva a pressioni altissime dalla falla che hanno tappato da qualche parte doveva pur trovare sfogo, il pozzo non puo’ essere chiuso con questa procedura, quelli della BP l’hanno voluta adottare solo per cercare di passare dal segno – a quello + in borsa! ma cosi facendo li sotto le cose potrebbero addirittura peggiorare, se malauguratamente si apre una grande fessura dal fondale ( e a quanto pare ce ne sono già molte piccole ) ……….dopo veramente sono stracaxxi!
Ps. Complimenti a pablito per l’articolo, interessante ed esauriente.
Mi sto occupando della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico nel mio sito brasiliano.
Questo é l´articolo di oggi che parla dei problemi del nuovo “buco”
http://sandcarioca.wordpress.com/
E questo é l´aticolo scritto il 17 giugno dove gli scienziati avevano avvisato di quello che poteva succedere.
Oltre a tutti gli altri articoli.
ops, chiedo scusa, non ho visto la firma in basso.
🙂
Intanto faccio notare che cn un sole spotless per il nia’s, catania mette un bel 39:
Qui ogni giorno va sempre peggio (sidc per oggi 14)!
Ragazzi chi mi sa dire in breve spiegazione cosa potrà causare a lungo andare questa fuori uscita di petrolio con la CGD?
Ci potranno essere danni e seri cambi climatici?
A mio parere non causerà nessun cambiamento climatico. Penso che la fuoriuscita sia equiparabile allo zero, rispetto alla massa oceanica, anche se continuasse per 2 o 300 anni.
Si ma intanto alcune foto scattate dicono che la loop current si è divisa in 2 tronconi e che potrà causare un danno irreparabile alla CDG….
Ma siamo sicuri che la divisione in 2 tronconi non si sia verificata “casualmente” in coincidenza con la fuoriuscita del petrolio? Cioè siamo assolutamente sicuri non si tratti di una coincidenza?
Fabio io onestamente non lo so…Appunto chiedo lumi!
Giovanni ancora non c`é nessuno studio a parte quello che dicevi tu stesso e fatto da Gianluigi Zangari del CNR.
RISK OF GLOBAL CLIMATE CHANGE BY BP OIL SPILL
Gianluigi Zangari
Che alla fine dice questo:
It is reasonable to foresee the threat that the breaking of a crucial warm stream as the Loop Current may generate a chain reaction of npredictable
critical phenomena and instabilities due to strong non linearities which may have serious consequences on the dynamics of the Gulf Stream thermo-
regulation activity of the Global Climate.
Ma quali siano le conseguenze… non lo dicono!
Per adesso le ricerche si stanno concentrando sui danni biologici causati dal metano che é uscito e che continua ad uscire da varie fessure del fondo marino, sui danni delle sostanze chimiche usate per disperdere il petrolio in superficie.
Sono danni sulla vita marina e sulle persone che respirano quessti gas.
Ghiacciaio marino in Alaska si stacca dai fondali e ora galleggia libero sull’Oceano
Washington, 17 lug. – (Adnkronos) – Un ghiacciaio in Alaska si è staccato dai fondali marini e sta ora galleggiando libero sull’Oceano. E’ quanto rivela uno studio realizzato dai ricercatori del Geological Survey degli Stati Uniti sul Columbia Glacier.
Il ghiacciaio in questione appartiene a quelli che dalle montagne scorrono direttamente verso il mare, dove poi formano degli iceberg. “E’ come un gigantesco nastro trasportatore – ha detto l’esperto di ghiacciai Shad O’Neel – che spinge il ghiaccio nel mare”. Finora si riteneva che questo tipo di ghiacciai fossero sempre ancorati al fondale marino risultando così non in grado di galleggiare liberamente senza disintegrarsi. Secondo i ricercatori, le ragioni per cui il ghiacciaio si è staccato dall’ancoraggio sui fondali è che, proprio per il riscaldamento del clima, il suo scorrimento verso il mare è divenuto troppo rapido per potersi fissare sul fondo.
Le osservazioni, si legge nella ricerca, hanno un’implicazione diretta per prevedere la crescita dei livelli marini che potrebbero accompagnare il riscaldamento globale e la fusione dei ghiacciai in tutto il mondo.
http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Risorse/Ghiacciaio-marino-in-Alaska-si-stacca-dai-fondali-e-galleggia-libero-sullOceano_697313031.html
Aiuto :-O
è troppo deprimente leggere di questi articoli…che la ningna sia con lui quest’inverno. 😀
Direi che è persino irritante:
se è vero che negli ultimi secoli non c’è stato alcun aumento di rilievo del livello del mare (l’esistenza di Venezia da secoli ne è la prova, quella degli atolli, almeno da 100-150 anni, un’altra),
se è vero che, mi risulta, il livello dei mari sia cresciuto di mezzo millimetro l’anno, negli ultimi 100 anni (cioè 5 centimetri in totale),
che cosa fa ritenere che nei prossimi decenni ci sarà una drammatica accelerazione?
Rispondo già: nulla di concreto. Solo ipotesi non dimostrate.
Gli iceberg sono sempre esistiti, solo adesso quando se ne forma uno é causa del riscaldamento globale. E prima da cosa era causato?
….. Se e’ avanzato tanto rapidamente da stasccarsi … non direi riscaldamento….
Direi che la zona “serbatoio” e’ stracolma e spinge…. e la velocità aumenta….
Decidiamoci:
Sulle Alpi si ritirano perche’ fa caldo.
In Alaska avanzano perche’ fa caldo 8)
Ciaooo
Luca
Appunto…Prima erano i marziani a staccarli?hahhahahha
dal titanic
39… non è che è la temperatura massima di Catania di oggi??? O forse febbre a 39..???
Mah, sicuramente non metto in dubbio la professionalità del personale dell’Osservatorio Catanese, anche perchè non ho i titoli per farlo, però qualcuno mi spieghi perchè talvolta, anche di recente, non hanno contato macchie che si vedevano molto più nettamente di quelle segnalate oggi…
Bruno
Ancora ci meravigliamo di questo o quell”episodio.Il clima va visto in senso globale.Cosa ne dici della neve a Buenos Aires?.Non si puo andare avanti ragionado a suon di episodi
Facciano pure quello che vogliono..intanto per il nia’s siamo spotless anche oggi:
Un freddo e neve mai vista…..
OT della serie facciamo due risate….
http://www.meteoweb.it/cgi/intranet.pl?_tit=%20Incredibile%20a%20Trieste:%20temp.%20del%20mare%20-11,4%B0C%20in%202%20giorni!&_cgifunction=form&_layout=news&keyval=news.news_id%3D24192
Incredibile a Trieste: temp. del mare -11,4°C in 2 giorni!
“(ANSA) – TRIESTE, 19 LUG – Escursione record per la temperatura del mare nel golfo di Trieste, scesa di 11,4 gradi in poco piu’ di 24 ore. Venerdi’ pomeriggio, al culmine dell’ondata di calore, l’Osmer aveva rilevato una temperatura di 30,2 gradi a due metri di profondita’; oggi, alle 14, nello stesso punto, la temperatura era di 18,8 gradi. A farla crollare – secondo i tecnici dell’Osmer – e’ stata la Bora che da ieri mattina spazza il golfo, portando al largo gli strati superficiali (e piu’ caldi) dell’acqua e consentendo a quelli piu’ freschi di venire in superficie.”
Sempre lui nel bene o nel male … la Bora….
se adesso mi sente….
😆
ahahah bella michele! a volte però mi è molto simpatico anche…la bora.. 🙂
Domanda da un milione di dollari ritenete possibile che questo evento di nina possa essere uguale e contrario all’evento el nino del 98 e del 2002 con effetti evidentemene opposti ????????
ragazzi perchè non posso postare alcuni messaggi?
http://ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php
a quanto pare se metto un link o carico un’immagine non mi fa postare il messaggio..chi può aiutarmi?
Se è strong a livelli opposti credo di si…
è strano che tu non riesca a postare un link.. dipende però dal link o dall’immagine, il sistema wp ha al suo interno un controllo che se reputa non sicuro un collegamento può vederlo come spam e quindi bloccarlo…
prova a popstare il link togliendo “http://” così provo a postarlo io…
@ Sandro
C’è posta per te !
Interessante aspettiamo fiduciosi
OT Solare
Tornando al Sole ho come l’impressione che più che ci avviciniamo ai famosi “spicchi” o aree create da Giove e Saturno(vedi recinti) e più attività avremo!
Sempre deboli macchie…ma un pochetto più presenti….
sapete….
Essendo cresciuto con la scuola di “Bendandi”…se tanto mi da tanto credo che l’attività sismico/vulcanica possa riprendere con maggior forza, rispetto a quest’ultimi due mesi!
Monitoriamo
Credo che la posta che mi hai mandato sta venendo a nuoto perché per ora non é arrivata!
Vedró piú tardi di nuovo.
ritengo pesonalmente che on un ENSO fortemente negativo in questa determinata situazione di minimo solare sia una bomba ad orologeria.Ora sapere di preciso cosa accadra sara difficile,pero ipotizzare un forte anticiclone siberiano che domini l”europa durante l”inverno non sara su certo infondato.
hahahahah bella battuta…
Scusate volevo dire di certo
@ Sandro
Controlla adesso….l’indirizzo che mi aveva mandato Simon era il seguente…
aledibel@hotmai.com
hotmai….chiaro no….l’errore…
Cmq ti ricordi …il postino suona sempre due volte !
😆
grazie ale questo è il link:
ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php
giorgio una domanda.. ma l’anticiclone russo si forma anche in caso di qbo positiva?
Alla seconda bussata del postino é arrivata la mail.
ragazzi le T sul polo per pchissimo non sono sotto la soglia di congelamento..ho rivisitato tutti gli anni dal 1958 al 2010 e mai al 19 di luglio le T sono state così basse..incredibile.
per vedere il link basta unire l’indirizzo..
http:// ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php
MICHELEEEE l´articolo é bellissimo!!!
Complimenti veramente ottimo.
Eh si michele…sta cavolo di tastiera!
Solar flux che si rialza a causa della nuova ar nel sud emisfero…in questo luglio il sole ha ripreso un pò il suo bttito, anche se siamo ancora lontani dai valori di febbraioe emarzo!
Simon
Simon ti passo il materiale…
Ci aggiorniamo domani sera per chiarire quando pubblicare il tutto!
Notte!
http://ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php
La nuova regione con a capo la 1089 NOAA sembra veramente grossa, si vedeva benissimo spuntare dal bordo del disco questa mattina ( http://www.palazzosomeda.it/Osservatorio/Sole/ParticolareSole20100720tratt.jpg ) anche con un seeing non favorevole. Finalmente dopo due giorni spotless per il telescopio ottico! Con ciò si dimostra che le rilevazioni di un secolo fa non comprendevano tutte le macchiette visibili adesso con i satelliti. Ma quando la macchia era sopra certe dimensioni sicuramente sì.
Ma neanche coi moderni telescopi da terra!
Cmq stamane la macchia sarà contabile anche col nia’s, dimostando ancora una volta che il nostro sistema funziona!
W la scienza onesta!
incredibile