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Gli Inverni Nella PEG – Ultima parte

13 agosto 2009 20 commenti

C’eravamo lasciati con il Gennaio 1779, mese per antonomasia delle inversioni, ripartiamo a parlare degli inverni della fine del 1700.

Partiamo con l’inverno 1784/85, inverno lunghissimo ( in Inghilterra il più lungo in assoluto ) con episodi nevosi in Europa a quote basse da inizio Ottobre ad inizio Aprile, in Svizzera per esempio il manto nevoso al suolo rimase per circa 150 giorni, ma fu il mese di Marzo che fece scalpore, in gran parte del continente fu il mese più freddo del semestre invernale ed il marzo più freddo di sempre ( anche se in molti osservatori è superato dal Marzo 1845, diciamo quindi che questi due mesi se la giocano alla pari ) soprattutto nell’est dell’Europa, per citare il caso limite, a Praga si raggiunse la temperatura minima di -27.6°C che è tuttora il valore più basso mai raggiunto ( a Praga il mese chiuse abbondantemente negativo, quasi -8°C, che sarebbe stato un valore eccezionale anche per Gennaio ).

Per rimarcare l’incredibile durata di quell’inverno vorrei sottolineare come sia il mese di Ottobre ( 1784 ) che quello di Aprile ( 1785 ) sia entrambi il 2° mese più freddo di sempre per Monaco di Baviera ( quello fu il 5° semestre invernale più freddo di sempre senza però avere nei tre mesi invernali un periodo di gelo intenso ).

Passiamo ora ad un altro inverno lunghissimo, il 1788/89 dove Dicembre risultò essere il più freddo di sempre in Europa, il freddo iniziò però a Novembre dove Londra raggiunse la temperatura di -21°C ( il 25 Novembre ), in Inghilterra sul Tamigi vennero organizzate più fiere sul ghiaccio lungo il l’intero semestre ( a dimostrare della dinamicità di quell’inverno ), in Italia invece gli effetti si sentirono nel mese di Dicembre, dove la laguna veneta rimase gelata per 18 giorni, a fine mese nevicò sia a Roma che a Napoli ( dove l’accumulo raggiunse i 40cm ), gelarono anche i fiumi in Puglia.

Di quell’inverno verrà certo ricordato il capodanno ( forse il più freddo di sempre ) dove Parigi raggiunse la temperatura di -21°C, come detto però il freddo rimase fino a Marzo, per esempio in Olanda a De Bilt il mese ( Marzo 1789 ) chiuse al pari di quello del 1785.

Disposizione Barica nel Dicembre 1788

Disposizione Barica nel Dicembre 1788

Interessantissimo il Giugno 1793 dove nevicò a Padova ( e probabilmente in gran parte del Veneto ) durante i primi giorni del mese.

Passiamo ora all’inverno 1794/95 dove il mese di Gennaio fu uno dei più freddi in Italia, gelò infatti la laguna veneta, in Inghilterra il Tamigi rimase gelato da fine Dicembre ad inizio Marzo ( più di 2 mesi ), mentre in quell’inverno fece scalpore il congelamento di parte del Mare del Nord ( si racconta che la cavalleria francese riuscì ad assalire delle navi olandesi rimaste bloccate tra i ghiacci ).

Segnalo poi un inverno praticamente sconosciuto ( non ho trovato nessuna fonte ), quello del 1798/99, spaventoso per l’est Europa, dove fu il più freddo dell’intera serie ( e di parecchio anche ), per esempio a Praga il mese di Gennaio chiuse a -12.2°C, 2° mese più freddo di sempre ( 1° il Febbraio 1929 con -13.7°C, 3° il Dicembre 1788 con -12.0°C e 4° il Febbraio 1956 con -11.7°C )

Iniziamo con il 1800, la PEG finisce per antonomasia con il 1850, anche se è ovvio che il distacco non è stato netto, si sono verificati episodi di gelo ( anche da record ) nel periodo successivo, però dopo il 1850-1855 i ghiacciai cominciarono a ritirarsi per poi non avanzare più ( se non per qualche piccolo periodo ).

Partiamo subito con l’inverno 1813/14 divenuto famoso per essere l’ultimo su cui sia stata organizzata la fiera sul ghiaccio a Londra sul Tamigi ghiacciato, gelò anche la laguna veneta, il freddo si concentrò principalmente tra Febbraio e Marzo ( in Italia Febbraio fu uno dei più freddi di sempre ).

Quel periodo fu molto secco nel periodo invernale, cosa che faceva da contrasto alle estati notevolmente fresche e piovose, un caso su tutti fu il 1816 conosciuto come l’anno senza estate ( in Italia è l’anno più freddo dal 1700 ), i ghiacciai raggiunsero il picco massimo di avanzata per poi stabilizzarsi e cominciare a ritirarsi come detto dalla seconda metà del secolo.

Citiamo il 1825/26 per aver portato il Tamigi quasi al congelamento totale, ma non tale da poterci passare sopra.

Passiamo ora ad uno degli inverni più famosi, il 1829/30, uno tra i più freddi in assoluto ( battuto solo da pochi altri inverni ) a De Bilt che presenta l’archivio più lungo ( e soprattutto completo ) l’inverno si chiuse come il più freddo dal 1700 ( e quindi 1708/09 compreso ), con una media trimestrale inferiore ai -3°C ( tale valore fu eguagliato con l’inverno 1962/63 che in molti osservatori risulta essere più freddo del 1829/30 ), inverno molto precoce ( Novembre è tra i più freddi di sempre in Europa ) il freddo rimase fino a Febbraio.

Famosissima fu la neve che ricevette la pianura padana, a Bologna l’accumulo al suolo ( non stagionale ) raggiungeva i 2m a fine stagione, in Gennaio si arrivo fino a -16°C ( temperatura che per esempio all’aeroporto fu raggiunta recentemente solo nel Gen-79, nel Gen-85 e nel Feb-91 ) , a Milano l’inverno è il più freddo di sempre con il mese di Gennaio che è il 2° mese più freddo in assoluto.

Il Bimestre Dicembre-Gennaio di quell’inverno è tutt’ora uno dei più freddi per l’Europa.

Disposizione Barica nel Gennaio 1830

Disposizione Barica nel Gennaio 1830

Un altro inverno molto freddo per l’Europa fu il 1837/38 dove Parigi e De Bilt fecero registrare il mese di Gennaio come uno dei più freddi dell’archivio, incredibile come l’Italia sia stata lasciata in disparte, a Milano fu un inverno mite e sopra-media.

Invece in Inghilterra a Londra si raggiunse la temperature minima di -23°C, il Tamigi non gelò, forse per l’escursione termica elevata ( o forse per le stesse cause per cui non gelò nel 1962/63 ).

Concludiamo infine con l’inverno 1844/45, inverno molto freddo ma anche molto tardivo, il freddo intenso iniziò a Febbraio e proseguì fino a Marzo che risultò essere il più freddo per il continente al pari del Marzo 1785, per esempio in molti osservatori Marzo fu freddo quanto Dicembre e molto di più di Gennaio.

Termina qui questa raccolta di inverni del periodo più amato e ambito dai meteo appassionati.

FONTI:

http://it.wikipedia.org/wiki/Inverni_freddi_in_Europa_dal_XV_secolo

http://www.meteogiornale.it/news/archive.php?type=topic&id=189

http://www.wetterzentrale.de/klima/

http://www.tutiempo.net/clima/

Fine

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 5

12 agosto 2009 10 commenti

C’eravamo lasciati con l’inverno 1708/09, continuiamo quindi con il resto del 1700 che vide finire la parte più cruenta della PEG ( insieme alla fine del minimo di Maunder ) e quindi con stagioni più miti ( verso la fine del secolo ci saranno alcuni tra gli inverni più miti degli ultimi 500 anni, battuti solo dal 2006/07 ).

Partiamo con l’inverno 1715/16, molto rigido, il Tamigi gela a fine Novembre per scongelarsi solo per i primi di Febbraio, si potè quindi organizzare di nuovo la Fiera dei Ghiacci.

Nel continente è da segnalare il congelamento in due momenti della Senna a Parigi, in Italia invece si registrarono ben 37 nevicate in Piemonte ( da Novembre a Marzo ) con la vegetazione che fiorì solo per i primi di Aprile.

A De Bilt in Olanda il mese del Gennaio 1716 risulta avere un valore di -5°C ( media mensile ), inferiore ai -4.8°C del Gennaio 1709 per esempio.

Aggiungo anche il 1716/17 dove viene segnalata molta neve a Roma, ma nulla più, neanche l’entità dell’accumulo.

Il Tamigi gelò inoltre nel 1728/29 come anche la laguna veneta, ma l’episodio non fu severo, bisogna aspettare il 1739/40 prima di trovare un signor inverno, in Inghilterra il Tamigi gelò per Natale e dopo pochi giorni il ghiaccio permise di organizzarci sopra la Fiera, a Londra la temperatura infatti raggiunse il valore di -22°C e la maggior parte dei fiumi Inglesi gelarono, questo inverno è stato uno dei più freddi per le isole britanniche ( solo il 1962/63 come livelli di freddo è paragonabile a quell’inverno, infatti esso risulta essere il più freddo dal 1741 ).

Nel resto del continente l’inverno non fu da meno, il gelo duro più di 2 mesi e i fiumi rimasero gelati fino a metà Marzo ( a De Bilt il mese di Gennaio chiuse a -4.5°C, mentre a Berlino il bimestre Gennaio-Febbraio chiuse come uno dei più freddi di sempre, -8°C ), la laguna veneta gela nuovamente e a Roma la neve cade abbondante.

Disposizione Barica nel Gennaio 1740

Disposizione Barica nel Gennaio 1740

Curioso l’inverno successivo, il 1740/41 dove il mese di Novembre ( 1740 ) è stato il più freddo del semestre invernale ( quel Novembre è il più freddo della serie sia di De Bilt che di Berlino e probabilmente il più freddo per l’Europa ).

Segnaliamo anche il Gennaio 1744 dove a Palermo l’accumulo stagionale di neve raggiunse il mezzo-metro ( valore mai più neanche avvicinato ),fu però il Gennaio 1755 un mese veramente rigido per l’Italia, con la laguna veneta che ghiacciò per uno spessore di 43cm in profondità, il mese fu secchissimo, infatti non ci sono state precipitazioni nevose, solo l’adriatico grazie allo stau ricevette accumuli discreti, in Inghilterra invece l’inverno si concluse mite, infatti non vengono segnalati casi di congelamento dei fiumi.

Molto freddo fu anche il 1762/63, a Parigi il mese è uno dei più freddi ( -2.4°C ) e a Londra il Tamigi gelò completamente, mentre a De Bilt Gennaio chiuse al 3° posto tra i mesi più freddi con -5.8°C ( primo il Gennaio 1823 con -7°C e secondo il Febbraio 56 con -6.7°C che ovviamente risulta il mese più anomalo )

Passiamo ora all’inverno 1766/67, il Tamigi gelò nuovamente e nella campagna inglese si raggiunsero temperature fino a -27°C, in Italia il mese di Gennaio per Milano risulta essere il più freddo dell’intera serie, -4.6°C ( ma non il più anomalo che è il Febbraio 56 ), anche se casualità vuole che nel complesso non risulti tra i più freddi, anzi, addirittura si concluse più mite dell’inverno precedente.

Da segnalare il Gennaio 1779, in mezzo ad un inverno molto mite questo Gennaio è forse il simbolo delle inversioni termiche, infatti esso è il mese più freddo dell’archivio di Innsbruck ( dal 1777 in poi ) con -11.9°C, è incredibile se si pensa che non c’è stata alcuna irruzione fredda e che nel resto dell’Europa il mese si concluse con valori normalissimi per il periodo ( Milano per esempio chiuse il mese a -0.4°C )

Fine parte 5

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 4

12 agosto 2009 22 commenti

C’eravamo lasciati nuovamente con la siccità della Val Tellina, continuiamo la ricostruzione con due inverni, il 1651/52 e il 1652/53 dove il mar baltico rimase gelato anche durante la stagione primaverile costringendo molti porti a restare chiusi ad oltranza, torniamo però nella parte centrale del continente, in Inghilterra si segnalano il 1654/55, inverno molto rigido e il 1657/58 con una copertura nevosa da record, 3 mesi con la neve al suolo nella parte sud del paese.

Molto freddo fu anche il 1662/63 dove sul Tamigi viene sperimentato per la prima volta il pattinaggio su ghiaccio, il fiume doveva essere quindi gelato parecchio in profondità, nel 1667/68 poi gelò di nuovo, come anche la quasi totalità dei fiumi europei, la Senna a Parigi per ben 35 giorni.

Passiamo adesso all’inverno 1683/84, uno dei più gelidi per le isole britanniche, il ghiaccio invase il terreno a tal punto che esso arrivò fino ad un metro nel sotto-suolo mentre a Londra il Tamigi restò gelato per quasi 3 mesi e il ghiaccio permise di organizzarvici sopra la più grande “Fiera dei Ghiacci” di sempre, sopra al fiume si organizzarono manifestazioni sportive, vennero costruiti negozi e chioschi, addirittura venne istituita una via, chiamata “Freezland Street”.

In Inghilterra infine viene segnalata per quasi tutta la stagione la presenza di ghiaccio lungo le coste, ma l’inverno fu estremamente rigido anche nel resto del continente, i fiumi e i laghi gelarono, in Italia la laguna veneta gelò nuovamente e il ghiaccio si formò anche lungo le coste del nord-Adriatico, la neve in Pianura Padana restò fino al periodo pasquale.

Disposizione Barica nel Gennaio 1684

Disposizione Barica nel Gennaio 1684

Molto rigido fu anche l’inverno successivo, anche se in Inghilterra non fu minimamente paragonabile.

Passiamo all’ultimo scroscio di 600 con inverni molto rigidi, partiamo con il 1688/89 che fu nuovamente rigido nel Regno Unito, il Tamigi gelò e sopra venne organizzata di nuovo la Fiera, continuiamo poi con il 1693/94, inverno molto precoce che portò la neve a Parigi per fine Ottobre e il gelo dei ghiacci in svizzera per quasi tutto il trimestre, infine il 1694/95 con i laghi svizzeri di nuovo gelati come anche il Tamigi.

Il Settecento si porta con se l’invenzione del termometro e quindi iniziano le prime osservazioni, d’ora in avanti cercherò di mettere più dati possibili.

Passiamo subito al 1708/09, che viene catalogato come il secondo inverno più freddo del millennio per l’Europa, purtroppo gli osservatori non sono molti, gli unici disponibili in rete gratuitamente mostrano come a Berlino esso sia il più freddo della serie ( dal 1701 ) mentre a De Bilt in Olanda esso sia superato da altri anni e lo stesso mese di Gennaio ( per Berlino il più freddo della serie ) non sia il più freddo ( -4.8°C la media, contro per esempio -6.7°C del Feb-56 )

Passiamo però ai fatti, il freddo gelido arrivò nel continente per fine Dicembre, nel periodo natalizio, ma l’Inghilterra non venne colpita direttamente, per esempio non venne effettuata nessuna fiera sul Tamigi, probabilmente perché non ghiacciato abbastanza, mentre più a sud gelarono la totalità dei fiumi e dei laghi ( anche il Tago, nella penisola Iberica, e fino alla foce ), addirittura vennero chiusi molti porti, tra cui Marsiglia, Genova e Livorno.

Nel continente morirono tutte le piantagioni e la gran parte degli animali da allevamento come raccontano la gran parte dei resoconti dell’epoca.

Berlino sfiorò i -30 di minima, mentre a Parigi la temperatura toccò i -23°C.

In Italia il freddo fu intensissimo soprattutto a Gennaio, a Venezia la temperatura raggiunse i -17.5°C, valore mai più raggiunto ( per esempio la 2° temperatura più fredda mai registrata è di -13.6°C del Gennaio 63 ) la laguna infatti restò ghiacciata per l’intero mese, a Firenze caddero 70cm di neve in 2 giorni, mentre dalle cronache del tempo si sa che il Po gelò per circa 70cm in profondità, che a Parma il giorno 8 c’erano 90cm di neve al suolo e che il lago di Garda gelò completamente ( non si sono più avute notizie in merito ad un altro evento del genere ).

Per concludere aggiungo che gira voce di una misurazione ( di dubbia veridicità ) fatta nel faentino, dove la temperatura minima toccò i -36°C, anche se fosse un dato errato, non sono da escludere valori inferiori a -30°C ( nel Gen-85 per esempio si toccarono i -28°C in Emilia ).

Disposizione Barica nel Gennaio 1709

Disposizione Barica nel Gennaio 1709

Fine parte 4

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 3

11 agosto 2009 18 commenti

Ora continuiamo a parlare di questi bei inverni, c’eravamo lasciati con il seccume della Val Tellina e ricominciamo a parlare di vero inverno dal 1550 con la laguna veneta che gela nuovamente, stessa sorte gli capita nel 1561.
Ma passiamo subito all’inverno 1564/65, uno dei più freddi del secolo in Europa, il Gelo arriva nel continente il 21 Dicembre e il Tamigi gela molto velocemente, non viene detto in quanto tempo, ma già alla sera del 31 ci si poteva organizzare il capodanno sopra, quindi decisamente rapido, aggiungo poi una piccola chicca, durante il febbraio di questo inverno, decisamente rigido, il pittore olandese Pieter Brueghel dipinse il simbolo della PEG, un quadro intitolato i Cacciatori nella Neve, dove alcune persone cacciano in un paesaggio decisamente siberiano ( per i giorni nostri ).
Aggiungo infine su questo inverno, a parer mio inaugura una serie un po’ sfortunata ( poi dipende dai punti di vista ) per la Costa Azzurra, il Rodano infatti avrà episodi di congelamento nel suddetto inverno e a seguire nel: 1568/69 – 1570/71 – 1571/72 – 1572/73 ( dove gela anche il porto di Marsiglia ).
Nel periodo successivo le stagioni si fanno generalmente più fredde, a tal punto da permettere al pack invernale di resistere durante tutto l’anno nel braccio di mare tra la Groenlandia e l’Islanda ( per fortuna che era invernale ).
Per la fine del secolo segnalo anche l’inverno 1589/90 dove gela nuovamente il povero Rodano come anche nel 1594/95 insieme alla laguna veneta, si segnalano per quest’ultimo inverno intense nevicate per tutta la durata della stagione lungo l’adriatico a conferma di correnti prettamente orientali, grazie al già citato Orsetto.

I Cacciatori Nella Neve di Pieter Brueghel

I Cacciatori Nella Neve di Pieter Brueghel

Passiamo quindi al 1600 che fu il primo dei due secoli principali della PEG, durante questo periodo però mancano ancora le rilevazioni, è in questo secolo che inizia il famoso minimo di Maunder che dal 1650 circa fino al 1720 sarà accompagnato dagli inverni più freddi della PEG.
Partiamo subito con l’inverno 1602/03 dove gelano sia la laguna veneta che il Rodano, interessante poi come la neve sia rimasta al suolo a Bologna per circa 2 mesi, da fine Dicembre a fine Febbraio, e continuiamo con il 1604/05 dove il gelo toccò l’Arno che permise ai fiorentini di farci passare sopra una sfilata in maschera trainata da carri, molto probabilmente nel periodo di Carnevale.
Ed ecco che qui arriva un bello scherzo da parte della natura, dove prima fece arrivare un inverno tra i più miti del millennio, il 1606/07, dove in svizzera venne ricordato per non aver mai portato la neve in valle e dove gli alberi fiorirono ai primi di Febbraio, è o era ricordato come l’anno senza inverno ( era perché non ho idea di come sia andato il 2006/07 da quelle parti ), la natura però cosa fece? l’inverno successivo, il 1607/08 fu uno dei più gelidi che si siano mai visti, insieme al 1407/08 e al 1708/09 completa la famosa triade ( scusate per la citazione, ihih ) di inverni “super-gelidi”.
Il 1607/08 fu molto lungo ed estremamente rigido, soprattutto in Francia; Bologna divenne impraticabile per la neve ghiacciata che ricoprì le strade, mentre in Inghilterra il Tamigi restò gelato un mese intero; nella fonte non viene detto, ma molto probabilmente la quasi totalità dei fiumi europei gelò in quell’inverno.
Si apre poi un periodo gelido per l’Inghilterra, il Tamigi per quasi tutti gli inverni almeno una volta avrà episodi di congelamento, curioso come nel Gennaio 1621 venne addirittura allestito un mercatino sopra il fiume.
Giusto per segnalarla come notizia, nell’anno 1644 la Val Tellina fu colpita da un’altra ondata di siccità, le correnti prevalentemente orientali sfavorivano le precipitazioni nelle alpi, la siccità fu così forte che molti alberi morirono per il secco.

Fine parte 3

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 2

11 agosto 2009 22 commenti

Parte 1: https://daltonsminima.wordpress.com/2009/08/09/gli-inverni-nella-peg-parte-1/

Nel precedente articolo abbiamo fatto una premessa, anche se con nessuna spiegazione scientifica, non mi voliate male mica lo faccio apposta, diciamo che ufficialmente lo faccio per avere un approccio da appassionato ma realmente è che non saprei cosa dire.

Detto questo continuiamo da dove ci eravamo lasciati, e si incomincia a parlare del 1400, partito subito alla grande.

Si parte subito con l’inverno 1407/08, divenuto famoso per essere il più freddo del millennio ( peccato ci sia una assenza di dati delle temperature, in fondo il termometro venne inventato solo 300 anni dopo ), il Tamigi rimase gelato per ben 14 settimane, circa 3 mesi e mezzo, la neve a Firenze superò i 60cm e in tutta Italia gli alberi “scoppiarono” per il freddo.

Si hanno notizie che il ghiaccio arrivò fino alla scozia ed invase parte del Mare del Nord.

Un altro inverno rigido fu il 1409/10 dove in Italia nevicò per circa 1 mese quasi tutti i giorni, lo si ricorda per il fatto che il vino congelò nelle botti.

Passiamo poi al 1431/32 terribile anche lui, con gelo in Europa da Novembre a Marzo, periodo lungo il quale i fiumi Tedeschi rimasero ghiacciati, la laguna veneta ghiacciò fino in profondità tanto da permettere il passaggio dei carri, l’unico modo per approvvigionare la città era proprio quello, anche il Po gelò e rimase così per circa 2 mesi, da segnalare infine per quell’inverno l’assenza quasi totale della neve nelle alpi, probabilmente i mesi invernali furono segnati da continue correnti da est, proprio grazie al già citato Orso Russo.

Segnalo il Tamigi gelato anche nel 1433/34.

Si susseguì un periodo disastroso per l’agricoltura e la vegetazione, dal 1450 al 1480 in quasi tutti gli inverni i fiumi gelavano e i raccolti venivano distrutti dal freddo, in più occasioni gelò la laguna veneta e il Tamigi.

Passiamo quindi alla fine del secolo dove una coppia di inverni mise a dura prova l’Europa in generale, il 1489/90 e il 1490/91.

Nel primo si segnalano gare di corsa con i cavalli a Venezia sul Canal Grande e a Firenze sull’Arno, a Venezia inoltre nevicò per 12 giorni consecutivi e nella Pianura Padana la neve rimase al suolo fino a Marzo.

Il secondo si fa sentire anche in Europa dove i fiumi Francesi rimasero gelati per 10 settimane, circa 2 mesi e mezzo, la laguna veneta ghiacciò ancora, ma quell’inverno resterà alla storia per aver portato la neve a Bologna il 1° Giugno del 1491, 32cm di accumulo, e a Ferrara il 4 con gelate successive.

Da segnalare anche il 1492/93 dove a Firenze la neve supero i 60cm di accumulo e dalle testimonianze si pensa che la temperatura possa aver raggiunto valori inferiori a quelli del Gennaio 85.

Da li seguì un periodo più mite per gli inverni, una parentesi di calma del clima che portò alla fioritura delle rose in Francia ad inizio 1500 nel mese di Gennaio.

Poi arrivò l’inverno 1505/06, che rimise le cose a posto ( per l’epoca ), gelarono i fiumi europei ed italiani, la laguna veneta e addirittura il mare nel porto di Marsiglia, gelò anche il Tamigi.

Si passa poi al 1509/10 dove la neve raggiunse i 60cm a Firenze ( dove sapere che non è una coincidenza che siano sempre 60 i cm di accumulo di Firenze, all’epoca infatti veniva usata una unità di misura, che valeva appunto 60cm e probabilmente il valore misurato veniva semplificato, oppure quello indicato è solo il valore massimo raggiunto dalla neve e non l’accumulo totale, comunque non c’è dato saperlo ), tornando a Firenze, durante quell’inverno si organizzarono nuovamente delle gare di cavalli sull’Arno.

Segnalo il Tamigi gelato nel 1514/15 e nel 1522/23, da qui in poi seguirà un’altra serie di inverni miti.

Addirittura in Italia si arriva ad avere un periodo molto lungo di siccità, il cui culmine si raggiunse a cavallo del 1540 dove in Valtellina è segnalata l’assenza totale di pioggia per 5 mesi.

Fine 2° parte.

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 1

9 agosto 2009 12 commenti

Da oggi inizieremo la ripubblicazione di questa serie di articoli, 6 in tutto, che furono pubblicati quando ancor il blog non aveva molto popolarità, molti di voi probabilmente non hanno avuto quindi il privilegio di leggerli subito, ed ecco la vostra seconda possibilità.

Quando si analizza un periodo come la PEG un appassionato di meteo, che spesso sappiamo essere sinonimo di freddofilo e nevofilo come per’altro è il sottoscritto è difficile essere oggettivi, si può cadere in stadi di depressione al solo pensare allo schifo di inverni che siamo abituati ma può anche capitare di cadere in fasi di sovra-eccitazione che solo quella cosa bianca può dare………..cosa pensate???? Intendevo la Neve.

Cmq prima cosa cerchiamo di parlare della PEG, diciamo subito che fu una parentesi climatica, che recentemente è stata individuata come fenomeno puramente dell’emisfero nord ( e specialmente del continente euro-asiatico ), dove le temperature si abbassarono notevolmente rispetto al periodo precedente, quello a cavallo dell’anno 1000, conosciuto come Medieval Warm.

La PEG iniziò circa nel 1300, anche se l’inizio è difficile da datare per mancanza di dati, e finì nel 1850 quando i ghiacciai europei incominciarono a ritirarsi.

Naturalmente durante la PEG tutte le stagioni risultavano più fredde, anche se le eccezioni sono da sempre la prerogativa del clima, ma noi analizzeremo solo gli inverni, che per la maggioranza degli appassionati sono la parte più.

Iniziamo parlando delle figure bariche presenti in Europa in quel periodo, i dati sono pochi e le mappe si trovano solo dal 1880 in poi e fino al 1948 mostrano solo la pressione al suolo, però sappiamo che l’anticiclone delle Azzorre c’era come anche la depressione di Islanda, ma il vero padrone della stagione invernale di quel tempo in Europa era quello sconosciuto dell’anticiclone termico russo-siberiano ( conosciuto ai più come Orso Russo ).

Quest’ultimo che da sempre è l’univo vero portatore del gelo in Europa era presente in quasi tutti gli inverni e a lui è attribuito il motivo degli inverni così rigidi a quel tempo, ormai ai giorni nostri è diventata una figura molto rara e se si forma difficilmente si spinge in Europa restando più sulla Siberia, detto questo dobbiamo immaginarci una circolazione in inverno diversa dalla nostra il freddo veniva soventemente dal quadrante est e l’aria era spesso di tipo continentale o artico-continentale, le isoterme in quota molto più fredde di quelle consone a noi, peccato però che le carte non ci possano mostrare queste cose ( giusto una curiosità: si pensa che nel Gennaio 1709 arrivò in Italia una -25/-26 in quota ).

Ora passiamo ad analizzare quei pochi dati che caratterizzano quel periodo, partiamo dal 1300 che prendiamo come inizio puramente semplificativo.

Il primo di cui parliamo è quello del 1304/05 dove gelarono la quasi totalità dei fiumi dell’Italia settentrionale ( non si sa per quanto tempo ), un altro gelido fu il 1309/10 dove gelò il Tamigi ( venne organizzata una battuta di caccia sopra il fiume ) anche se ci sono notizie antecedenti a questo periodo dove il Tamigi gelò.

Un altro inverno dove il Tamigi gelò fu il 1363/64 a tal punto da poterci organizzare una festività cittadina.

Fine prima parte.

FABIO

Aggiornamento di Timo Niroma: “non sarei sorpreso di vedere il ciclo 24 abortire, portandoci direttamente verso un nuovo minimo di Maunder”

11 giugno 2009 18 commenti

La bassa attività solare continuerà, i corti cicli solari del 20° secolo hanno creato un ebito che ora deve essere pagato. Questo significa che ci saranno cicli con attività molto bassa e se il passato è un buon predittore, anche tempi molto freddi per la Terra. L’ultima decente macchia solare appartenente al ciclo 23 è comparsa a luglio 2008. Da agosto a settembre 2008 il sole è stato come ibernato. In ottobre e novembre il ciclo 24 ha mostrato le sue prime macchie decenti. Ma a dicembre il sole si è ibernato nuovamente. C’è stato un piccolo aumento nel solar flux da gennaio ad aprile 2009, ma nello stesso tempo ancora attività del vecchio ciclo. Questo potrebbe essere a causa dell’effetto di Livingston-Penn che prevede un abbassamento dell’attività magnetica solare ormai dal 1990 e che potrebbe addirittura cancellare il nuovo ciclo.

Questo prolungato Minimo solare ed il ritardo del ciclo 24 significa che il nuovo ciclo sarà molto basso, nel rane di 30-50 SSN, che è allo stesso livello del minimo di Dalton od addirittura sotto. La mia teoria basata sul ciclo di Giove implica con molta probabilità che il minimo tra il ciclo 23 e 24 possa essere ad ottobre 2008 o luglio 2009 e il massimo nel 2014-2015. Il punto è che un ciclo che supera i 12 anni ha sempre preceduto un grande minimo (1798 minimo di Dalton, 1856 minimo di Damon). Non è chiaro esattamente quanto lunghi siano stati i cicli che precedettero il minimo di Maunder, ma sembra che ci sia stato un minimo nel 1620. Ciò indica che prima del Maunder ci furono 2 cicli che durarono 25 anni, quindi almeno uno dei 2 molto lungo. Questo ha portato un raffreddamento per decenni, anche se oggi non possiamo essere certi che vi sarà una nuova PEG.

Un basso Dalton è oggi probabile, ma nessuno può essere sicuro di questo, anche se ci sono molte indcazioni che testimoniano un campo magnetico solare molto debole. Se a questo aggiungiamo il fatto che tutti i minimi importanti sono stati preceduti da cicli molto lunghi, io non sarei sorpreso di vedere il ciclo 24 vacillare, terminando proprio vicino al suo massimo intorno al 2014-2015, portandoci direttamente ad un minimo di tipo Maunder!

Un piccolo inciso: l’aumento della CO2 in atmosfera dallo 0.03% allo 0.04% non ha avuto alcun significato in questo gioco dove è il vapor acqueo a far la parte del giocatore principale. Io sono solo uno studioso di statistica e questo è uno studio statistico, ma a tutti quelli che per anni mi hanno chiesto che cosa pensavo riguardo i collegamenti fisici io ho risposto: il campo magnetico terrestre è molto sensibile alle variazioni di quello solare; questo dovrebbe avere molti più effetti sulla Terra piuttosto che i gas ad effetto serra rodotti dall’uomo. Inoltre trovo la teoria di Svensmark sui raggi cosmici come molto promettente, più raggi cosmici durante i minimi solari portano ad un aumento della copertura nuvolosa nella bassa atmosfera, provocando un raffreddamento della Terra. E sono importanti anche i raggi UV e la TSI, una loro diminuzione associata ad una diminuzione della forza del campo magnetico solare, creani i presupposti giusti affinchè un minimo tipo Maunder possa accadere anora.

Fonte originale: http://personal.inet.fi/tiede/tilmari/sunspots.html

Tradotto da Simon

Lasciatemi dire solo una cosa: io stimo Timo Niroma, non a caso non è la prima volta che ne parlo qui sul blog.

A volte però ho come l’impressione che si butti un pò troppo nelle sue previsioni. Affermare oggi come oggi e non è la prima volta che glielo sento dire, che potremmo essere in procinto di un Maunder, mi lascia un pò perplesso. Mi sembra un pò esagerato. Resta comunque il fatto che lo studioso finlandese è stato uno dei primi ed in tempi non sospetti, ad affermare sulla base di studi statistici che questo sarebbe stato un signor minimo, e come stiamo vedendo ci ha preso benissimo.

Ora crede che potremmo addirittura essere in procinto di un qualcosa di ancora più importante; che dire, noi siamo qui…e ci tengo a precisare che anche se ne parliamo tanto, nè io nè nessuno dei miei collaboratori siamo convinti che ciò possa accadere veramente, anche se ci piace ritenere che allo stato attuale delle cose, tutte le strade sono percorribili…

Simon